PELARGONIUM SIDOIDES (KALOBA): un aiuto dalla natura contro influenza e Coronavirus

Le più ricorrenti affezioni dell’apparato respiratorio sono prevalentemente di origine virale e comprendono il raffreddore comune, l’influenza, la faringite, la tonsillite, la laringite, la sinusite e la bronchite. Sempre più spesso si ricorre all’utilizzo precoce di antibiotici anche se non si sono verificati casi di complicazione batterica specifica. Gli antibiotici non sono efficaci contro i virus ed il loro abuso ed utilizzo scorretto è causa di un preoccupante aumento di fenomeni di resistenza da parte di alcuni ceppi batterici. Affinchè gli antibiotici funzionino e possano continuare a costituire una difesa per la salute collettiva devono essere utilizzati solo quando necessario e dietro indicazione del proprio medico. Non devono essere impiegati per curare infezioni virali come influenza e raffreddori. E’ inoltre opportuno seguire sempre in maniera scrupolosa dosi e tempi della terapia per non inficiarne gli effetti.

La medicina tradizionale, per il trattamento del raffreddore comune e di altre affezioni virali delle alte e basse vie aeree, propone solo farmaci sintomatici come antipiretici, decongestionanti nasali, antisettici del cavo orale, sedativi della tosse in grado semplicemente di tenere sotto controllo la sintomatologia. Per cui può diventare utile ricercare una valida alternativa in grado di agire sulla causa della malattia, sostenendo il sistema immunitario al fine di ridurre la durata e la severità dei sintomi e di evitare le recidive. È questo il caso del Pelargonium sidoides, la pianta medicinale più studiata al mondo nelle malattie da raffreddamento. Il Pelargonium sidoides è una varietà di Geranio della Famiglia delle Geraniaceae che cresce nella regione sud-orientale del Sud Africa; altri nomi tradizionali con cui è conosciuta sono Umcka, Zucol e Kaloba. E’ una pianta semiarbustiva perenne i cui fiori, dotati di cinque petali, sono di un caratteristico colore rosso-porpora tendente al nero-viola. Produce radici tuberose, voluminose, che rappresentano la principale fonte dei principi farmacologici della pianta: principalmente composti fenolici semplici come alcune cumarine e tannini del tipo proantocianidine. La sinergia dei principi attivi contenuti l’ha resa fin dai tempi antichi un rimedio ad azione antibatterica ed antiossidante: i popoli indigeni la utilizzavano per curare numerose patologie infettive e non, come malattie respiratorie, disturbi gastro-intestinali, disturbi mestruali. L’interesse verso questa pianta risale al 1897 dopo che lo studioso inglese Charles Henry Steven, mandato in sud Africa per curarsi dalla tubercolosi, guarì dopo pochi mesi grazie al consiglio di un guaritore della tribù Basotho di assumere per due volte al giorno il decotto delle radici di Pelargonium sidoides. Tornato in Inghilterra, Steven fu il primo a vendere la pianta in tutta Europa come cura per la tubercolosi. Molti studi che si susseguirono ne confermarono l’efficacia nel trattamento delle più comuni affezioni delle vie aeree. In Germania è dal 1975 che il Pelargonium sidoides viene ufficialmente utilizzato, dopo il primo anno di età, per il trattamento delle affezioni delle vie aeree. Ad oggi, in Italia, il Pelargonium sidoides è registrato come farmaco vegetale venduto in farmacia per il trattamento del raffreddore comune dai 6 anni di età in poi. Esistono formulazioni in sciroppo per bambini dai 6 ai 12 anni e formulazioni in compresse per gli adulti. L’ottima tollerabilità di questi estratti ne giustifica l’impiego in pediatria.

L’estratto di Pelargonium sidoides agisce tramite tre principali meccanismi d’azione. Innanzitutto possiede un’azione antivirale che esercita già nella fase di esordio di un’infezione impedendo l’ancoraggio del virus alla superficie cellulare. Anche quando la cellula è ormai infettata dal virus, Pelargonium agisce impedendo la fuoriuscita dei virioni replicati e la conseguente diffusione dell’infezione. Recentissimi studi hanno evidenziato che l’estratto della pianta è in grado di inibire, in vitro, la progressione di virus influenzali H1N1 e H3N2 e parainfluenzali, virus sinciziali, coronavirus e coxsackie virus. In secondo luogo Pelargonium sidoides ha un’azione batteriostatica su diversi ceppi batterici quali Streptococco piogeno, Micobatteri tubercolari e alcuni ceppi antibiotico-resistenti di Staphylococcus aureus. Le proantocianidine del suo fitocomplesso sono infatti in grado di ridurre l’adesione dei batteri alle cellule epiteliali respiratorie. Questo lo rende utile per prevenire le sovrainfezioni batteriche, complicanze frequenti di infezioni ad origine virale. Infine l’estratto di Pelargonium svolge un’attività simil-fluidificante, in quanto stimola l’attività secretomotoria delle ciglia delle cellule dell’epitelio bronchiale, promuovendo così l’espulsione di muco in eccesso e dei patogeni che vi rimangono intrappolati. Questo permette un miglioramento della tosse e della funzionalità respiratoria. Al Pelargonium è stata riconosciuta anche un’attività immunomodulante tramite potenziamento dei sistemi di difesa cellulari, che permette di sostenere l’organismo nel corso dell’infezione, accelerare la guarigione ed evitare le ricadute.

Quindi questo geranio è a tutti gli effetti un farmaco vegetale sicuro, efficace e versatile in quanto può essere utilizzato sia all’esordio di un’infezione respiratoria virale sfruttando la sua attività antivirale, sia quando l’infezione è già in corso per prevenire complicazioni batteriche in quanto riduce la carica batterica e potenzia le difese immunitarie. Il ricorso a Pelargonium sidoides permette anche di ridurre l’impiego di altri farmaci, con più effetti collaterali, antibiotici in particolare.

fonti:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21036571

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6668164/

http://azzurramentebio.it/

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